Favole dal cassetto della nonna Rita
mercoledì 29 aprile 2015
Una gita magica
C'era una volta......ma c'è ancora oggi, un bosco vicino ad un fiume con tanti tanti alberi, e funghi, e scoiattoli e uccellini canterini.
Quel giorno la maestra, che di nome faceva Rosetta, accompagnò i suoi alunni a fare una passeggiata nel bosco perchè in classe avevano scritto una letterina per gli gnomi, i folletti e le fatine e avevano deciso di andare a consegnarle di persona.
Ogni bimbo scelse un albero dove depositare la sua letterina, e chi non trovò un buco nella corteccia, la appese ad un ramo o la appoggiò su un sasso ai piedi dell'albero.
Naturalmente per la maestra tutto questo non era che un componimento e una passeggiata di ricreazione.
Ma......il cuore dei bambini è candido : loro credono in quello che fanno e non si aspettano mai di essere delusi.
Voi tutti sapete che ogni albero è abitato da una creaturina, una sola, perchè gnomi, elfi, folletti e fatine sono molto gelosi del loro spazio che al limite possono condividere con uno scoiattolo o un nido di uccellini.
E' per questo che quando vengono tagliati gli alberi nei boschi, a un buon ascoltatore non sfuggono pigolii e lamenti: sono i folletti che restano senza casa e si disperano finchè non riescono a trovarne un'altra.
Laura depose la sua letterina su un tronco tagliato, proprio in mezzo ai cerchietti che si vedono nel legno e che , contandoli, si può scoprire che età aveva l'albero: un anno è uguale ad un cerchietto.
Nella sua letterina Laura diceva così:
"Caro abitante magico del bosco, io non ti conosco, ma so che tu, con la tua magia puoi raggiungere me. Mi chiamo Laura e abito in quella casetta gialla proprio in fondo al paese, dove finisce la strada. Io avrei un desiderio, ma siccome i miei genitori non se lo possono permettere provo a chiederlo a te. Mi piacerebbe tanto avere una casa con il giardino e con un grande albero dove appendere l'altalena."
C'era un giardino con grandi alberi proprio confinante con la casetta di Laura : vi abitava la signora Ada che era molto vecchia e non si vedeva quasi mai.
Il giardino era stato molto bello un tempo, ma da quando nessuno se ne occupava era triste e disordinato, con siepi scomposte e foglie secche ovunque.
Quella notte Laura fece un sogno bellissimo: fatine e folletti danzavano intorno al suo lettino e uno piccino piccino le sussurrava nell'orecchio: " Ciao, mi chiamo Dim, ho letto la tua letterina.....mi dispiace un pò lasciare il bosco, ma visto che la mia casa è stata distrutta, potrei abitare nell'albero dove c'è la tua altalena, se a te fa piacere."
"Si! Si! Si!" gridò Laura........e si svegliò tutta tremante.
Che tristezza! era solo un sogno...lei non aveva l'albero con l'altalena e Dim avrebbe dovuto cercarsi un'altra casa.
Ma siccome le cose non succedono mai per caso, quella notte......
La figlia della signora Ada, che erano anni che non andava a trovare la mamma (non si parlavano per via di certe vecchie ruggini), fece anche lei un sogno.
Sognò che la sua anziana mamma era malata e le chiedeva aiuto : si svegliò di soprassalto e , con la coscienza che mordeva, preparò una borsa con poche cose, si lavò, si vestì in fretta ed uscì in tempo per prendere il primo treno che in un'ora l'avrebbe portata a casa della mamma.
La vecchia signora non era affatto malata, ma quale fu la sua gioia nel poter riabbracciare sua figlia dopo tanto tempo!
Carla, così si chiamava la figlia, si rese conto che la casa e il giardino erano in uno stato di abbandono veramente triste e cercò una soluzione per quando lei sarebbe andata via (non per tanto tempo questa volta), e chiese aiuto ai vicini.
Il papà e la mamma di Laura furono felicissimi di accettare quel lavoro ,la mamma si sarebbe occupata della casa, il papà del giardino: avrebbero guadagnato qualcosa in più, Carla sarebbe stata tranquilla e la signora Ada che da troppo tempo viveva da sola sarebbe stata contenta.
Il papà di Laura chiese subito a Carla il permesso di poter costruire un'altalena per la sua bambina su quella magnolia gigante vicino alla fontana e Carla disse:
"Ma certo! sarà una gioia per la mia mamma vedere Laura che gioca."
Era accaduto un miracolo? Una magia? Laura aveva la sua altalena sull'albero e Dim una nuova casa......Laura non lo vedeva ma sapeva che era lì e sorrideva felice.
La maestra Rosetta non avrebbe mai immaginato quale magia aveva fatto la passeggiata nel bosco.
mercoledì 25 marzo 2015
Perchè le farfalle sono colorate
Un tempo le farfalle erano tutte bianche poi un giorno.....
Vanessa era una farfallina curiosa che voleva scoprire il mondo.
Spesso si allontanava dalla mamma per posarsi su un fiore sconosciuto e succhiarne il nettare con la sua piccola proboscide.
Ogni volta la mamma le volava accanto e la rimproverava dolcemente: "Non allontanarti piccola mia, ci sono pericoli che ancora non conosci, il mondo è grande e tu sei tanto piccina !"
"Va bene mamma."
Ma Vanessa era molto curiosa e non resisteva mai alla tentazione di svolazzare senza meta e dimenticava la promessa fatta alla mamma.
Vanessa era tutta bianca, come la neve, e anche la mamma e le sue sorelle e le altre farfalle che conosceva erano tutte bianche.
Durante uno dei suoi voli da esploratrice, un giorno, la farfallina perse la strada.
Si era addentrata in un groviglio di piante molto alte e non riusciva più a venirne fuori.
Era spaventata, il suo cuoricino batteva forte e chiamava la mamma volando senza una direzione precisa, forse in tondo chissà.
Improvvisamente si impigliò in una grossa ragnatela.
Il ragno non c'era ma Vanessa era terrorizzata e più si dibatteva più restava impigliata nella tela.
Piangeva e pensava alla sua mamma che, sicuramente la stava cercando.
Per fortuna Ning, passava di lì e la sentì piangere.
Ning era una microscopica creatura del bosco, assomigliava ad un minuscolo gnomo ma aveva le ali.
Era primavera inoltrata e Ning, come sempre a primavera, andava per i prati e per i boschi con la sua valigetta a dipingere i fiori : era il suo lavoro.
Quando udì i lamenti di Vanessa volò sulla ragnatela.
Era così piccolo che Vanessa non si accorse subito della sua presenza, ma lui stava salendo sulla ragnatela come fosse una scala: aveva avuto un'idea luminosa per salvare la farfallina.
Tirò fuori pennellini e colori e con una precisione da professionista si mise a dipingere le ali di Vanessa.
Un pò di rosso, un pò di blu.....giallo, un pò di nero e infine due, no anzi , quattro occhi grandi e rotondi.
Quando il ragno arrivò, si spaventò talmente tanto che ruppe la tela per liberare quello strano essere che non aveva mai visto in vita sua, e che di certo era velenoso!
Vanessa, con Ning seduto sulle sue coloratissime ali, volò incontro alla sua mamma, e dopo che ebbero raccontato l'avventura, si fece una grande festa.
Ning dipinse le ali della mamma, poi quelle di Monarca e quelle di Atalanta, le sorelline di Vanessa, ed è da allora che molte farfalle sono così colorate.
Spesso si allontanava dalla mamma per posarsi su un fiore sconosciuto e succhiarne il nettare con la sua piccola proboscide.
Ogni volta la mamma le volava accanto e la rimproverava dolcemente: "Non allontanarti piccola mia, ci sono pericoli che ancora non conosci, il mondo è grande e tu sei tanto piccina !"
"Va bene mamma."
Ma Vanessa era molto curiosa e non resisteva mai alla tentazione di svolazzare senza meta e dimenticava la promessa fatta alla mamma.
Vanessa era tutta bianca, come la neve, e anche la mamma e le sue sorelle e le altre farfalle che conosceva erano tutte bianche.
Durante uno dei suoi voli da esploratrice, un giorno, la farfallina perse la strada.
Si era addentrata in un groviglio di piante molto alte e non riusciva più a venirne fuori.
Era spaventata, il suo cuoricino batteva forte e chiamava la mamma volando senza una direzione precisa, forse in tondo chissà.
Improvvisamente si impigliò in una grossa ragnatela.
Il ragno non c'era ma Vanessa era terrorizzata e più si dibatteva più restava impigliata nella tela.
Piangeva e pensava alla sua mamma che, sicuramente la stava cercando.
Per fortuna Ning, passava di lì e la sentì piangere.
Ning era una microscopica creatura del bosco, assomigliava ad un minuscolo gnomo ma aveva le ali.
Era primavera inoltrata e Ning, come sempre a primavera, andava per i prati e per i boschi con la sua valigetta a dipingere i fiori : era il suo lavoro.
Quando udì i lamenti di Vanessa volò sulla ragnatela.
Era così piccolo che Vanessa non si accorse subito della sua presenza, ma lui stava salendo sulla ragnatela come fosse una scala: aveva avuto un'idea luminosa per salvare la farfallina.
Tirò fuori pennellini e colori e con una precisione da professionista si mise a dipingere le ali di Vanessa.
Un pò di rosso, un pò di blu.....giallo, un pò di nero e infine due, no anzi , quattro occhi grandi e rotondi.
Quando il ragno arrivò, si spaventò talmente tanto che ruppe la tela per liberare quello strano essere che non aveva mai visto in vita sua, e che di certo era velenoso!
Vanessa, con Ning seduto sulle sue coloratissime ali, volò incontro alla sua mamma, e dopo che ebbero raccontato l'avventura, si fece una grande festa.
Ning dipinse le ali della mamma, poi quelle di Monarca e quelle di Atalanta, le sorelline di Vanessa, ed è da allora che molte farfalle sono così colorate.
venerdì 6 marzo 2015
L'uomo dei palloni
L'uomo dei palloncini arrivava puntuale alla fiera delle tecnologia e informatica, col suo fascio di palloni e il naso da clown per attirare l'attenzione dei bambini.
Girava tra gli stands col suo passo strascicato, ignorato dal mondo intero.
Sentiva freddo ad un piede perchè aveva una scarpa bucata.
Quel nasone rosso nascondeva la sua aria triste: non aveva venduto neppure un palloncino.
I bambini giocavano con i telefonini e i nintendo e acquistavano nuovi giochi per la wii, ma i palloncini non li guardavano.
L'uomo dei palloni sospirò:
cosa avrebbe portato a casa ai suoi figlioletti?
Forse neppure la cena! Da tanto tempo cercava inutilmente un lavoro vero!
Una lacrima gli cadde su un palloncino blu e disegnò una riga che assomigliava ad un sorriso.
Una fatina che stava sdraiata su una nuvoletta contraccambiò il sorriso al palloncino blu e agitò la sua bacchetta dalla quale uscirono milioni di stelline.....
Cosa ci faceva una fatina alla fiera della tecnologia e dell'informatica? Direte voi.
Bè, le fate sono dappertutto e visto che di boschi ce ne sono sempre meno, si sono adattate a vivere perfino dentro i computers, e d'altra parte le favole sono favole e in mancanza di alberi e funghi, possono crescere anche sulle antenne e i ripetitori.
Come per magia (ma era proprio una magia), l'uomo dei palloncini venne circondato da una folla di bambini e più palloncini distribuiva e più ce n'erano : non finivano mai.
Quando alla sera si accesero le prime luci e la gente piano piano se ne tornò a casa, l'uomo contò i palloncini e si accorse che non ne mancava neppure uno.
Si sentiva così felice e leggero che ad un tratto si staccò da terra e tornò a casa volando col suo fascio di palloni....senza più
sentire freddo al piede.
Un palloncino blu si staccò e volò verso una nuvola: la fatina lo prese sorridendo e lo portò alla sua mamma.
" Sei riuscita a fare la tua prima buona azione?"
" Si mamma, grazie a questo palloncino"
La fata accarezzò i capelli della sua magica bambina che era riuscita a trasformare una lacrima in un sorriso.
sabato 24 gennaio 2015
Perchè brilla la prima stellina della sera?
Dora giocava seduta sull'erba del praticello davanti a casa, stava inventando una storia bellissima che parlava di un principe, il quale volava a bordo del suo elicottero, per raggiungere la sua innamorata che giaceva addormentata nel bosco in cui si era smarrita.
Improvvisamente atterrò sul prato una bimbetta alata con i riccioli d'argento e le sorrise.
"Chi sei?" chiese Dora per niente spaventata.
" Mi chiamo Yalisse e vengo da Toliman, un mondo non poi tanto lontano da qui.....Lassù il mago Nàr ha aspirato tutta la fantasia e i bimbi non sanno più giocare : sono qui per imparare.
"Come?"
chiese Dora stupita.
" Si, devi sapere che lui si nutre di fantasia, ma è talmente avido! Così ha inventato il FANTASPIRA, una macchina terribile che ha aspirato tutta la fantasia del mio pianeta e perfino i libri di favole sono diventati tutti bianchi e inutili. Guardando quaggiù con i nostri potenti cannocchiali ti abbiamo vista e "sentita" giocare, puoi insegnarmi per favore?"
"Certo!" disse Dora "Vedi? Lui è il principe e sta volando con il suo elicottero per raggiungere la sua amata che dorme laggiù, guarda, sotto quell'albero."
".....Ma......ma quello è un sasso! e quella una padella!.......e quello laggiù...è un gatto!"
"Bè..." rispose Dora " Se tu pensi che sia un gatto, allora è un gatto, ma se vuoi che sia una principessa sarà una principessa: devi solo crederci."
Yalisse si sedette vicino a Dora e, ascoltando la sua storia riuscì finalmente a vedere il principe, l'elicottero e la principessa.
Giocarono insieme fino a sera e quando si salutarono Yalisse abbracciò Dora e le chiese: " E' questa la fantasia?"
"Certo!" rispose Dora " ed è come la luce del sole: ce n'è per tutti e non si consuma mai."
Yalisse tornò volando a Toliman con il suo tesoro ed insieme a tutti i bimbi alati del suo paese, inventò tante storie da disegnare e colorare sui libri bianchi.
Per salutare Dora, la regina di Toliman accese una stella, la più lucente di tutte che tutte le sere brilla per prima nel cielo blu dopo il tramonto.
venerdì 12 dicembre 2014
Pino Paolino
............C'era una volta....
Pino era un piccolo abete molto carino.
Il nonno lo aveva scelto con cura nel vivaio dove lo aveva acquistato, lo aveva osservato attentamente, aveva quasi misurato la perfezione dei suoi rami e poi lo aveva indicato al vivaista.
Pino era stato divelto e ripiantato in un grande vaso, aveva avuto un pò di paura e aveva sentito freddo alle radici, poi era stato portato lontano e infine deposto ai piedi di un abete molto più grande di lui.
C'era una grande casa lì di fronte e dalle finestre si intravedevano gli abitanti.
C'era il nonno che lo aveva portato fin lì, c'era un uomo più giovane, una giovane donna che aveva in braccio un bambino molto piccolo e una donna più anziana, forse la nonna.
Pino era molto triste, al vivaio aveva molti amici e qui si sentiva solo e anche un poco prigioniero in quel grande vaso.....era così triste che si mise a piangere.
"Perchè piangi?" la voce veniva dall'alto. Era stato l'abete grande a parlare.
"Non aver paura, non ti succederà niente, anch'io sono arrivato qui molti anni fa in un vaso come il tuo."
Pino voleva rispondere ma due mani robuste stavano sollevando il vaso.
"Cosa mi succederà ora?" pensava tremante l'alberello mentre veniva trasportato in casa....si proprio dentro casa e nell'angolo più bello del salotto.
C'era caldo lì dentro e tanta luce e tante scatole sul pavimento. Pino aveva paura, ma era anche curioso: cosa avrebbero fatto ora quelle persone?
Nelle scatole c'erano tante palline luccicanti, e fili dorati e stelle e angioletti.
Tante mani deposero sui suoi rami tutti quei tesori e il bimbo batteva le manine, che meraviglia!
Si sentiva così bello e importante......aveva solo un pò di sete.
Quando spensero le luci pino si addormentò e quando i primi raggi del sole entrarono dalla finestra e si specchiarono sulle palline dorate, si svegliò e ......ai suoi piedi c'erano tantissimi pacchetti colorati con nastri sgargianti, chissà chi li aveva messi lì?
Alla sera ci fu una gran festa con tutta la famiglia riunita intorno alla tavola.
Mangiarono prelibatezze, cantarono e pregarono e infine aprirono tutti i pacchetti.
Che gioia! c'erano regali per tutti e tutti ridevano felici.
Pino era contento, quelle persone erano davvero simpatiche però.....aveva una gran sete.
Trascorse così qualche giorno poi una mattina....
Il nonno staccò tutti i tesori dai rami di Pino e li ripose nelle scatole. Cosa stava accadendo?
Aveva forse fatto qualcosa di male? Poi il nonno sollevò il vaso e Pino sentì che tanti aghi stavano cadendo dai suoi rami e poi quella sete!
Forse era giunta la fine. Fuori, vicino all'abete grande c'era una grande buca. Pino venne tolto dal vaso e messo nella buca........che brividi! Però nella buca c'era la terra bagnata, che bello! Finalmente poteva bere.
Venne interrato per bene e bagnato a dovere, poi il nonno disse: "Ecco, Paolino starà qui vicino a Francesco e crescerà forte come lui."
Quando tutti entrarono in casa Pino si rivolse all'abete grande e chiese: Chi è Paolino?"
L'abete grande sorrise e i suoi rami frusciarono.
"Paolino sei tu. Sei stato portato in onore del bimbo che si chiama così, e io mi chiamo Francesco come il padre del bimbo. Anche io sono stato piantato quando c'era un bimbo piccolo e proprio dopo un bellissimo Natale. A quel tempo il nonno non aveva i capelli bianchi."
Pino, cioè Paolino tirò un sospiro di sollievo, bevve ancora un po', sorrise e si mise a dormire.
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